Storia

Un insediamento monastico all’incrocio tra la Via Emilia Scauri e la Via Postumia, la cui chiesa è dedicata a S. Giovanni, è attestato nel 1155. In tale data avviene la fusione tra una comunità di Goide e il priorato di Rivalta.
Figura di spicco delle origini è l’abate Ascherio, sotto la cui guida l’abbazia conosce un notevole sviluppo, che induce l’abate ad unirsi all’ordine cistercense.

Nel 1180 Rivalta passa sotto la direzione di Lucedio, è dunque una delle poche abbazie della linea di La Fertè.
Diplomi di Enrico VI nel 1187 e di Federico II nel 1217.
Nel secolo successivo inizia il declino. Nel 1362 è occupata dai mercenari inglesi della compagnia Strelz, subisce poi nuove devastazioni nel 1409, durante la guerra tra Facino Cane e il Governatore di Genova, il maresciallo Boucicaut.
Dopo un breve periodo di nuova prosperità sotto l’abate Giacomo Filippo Crivelli, viene data in commenda da Sisto IV a Guidone de Torelli nel 1478. Si avvicendano tra le altre nella commenda importanti famiglie come i Bentivoglio e i Fieschi.
Il 12 novembre 1538 Papa Paolo III unisce l'abbazia alla Congregazione Cassinese di Santa Giustina che venne assegnata ai monaci benedettini di San Nicolò del Boschetto di Genova. I monaci del Boschetto nel 1546 vendono gran parte dei terreni al genovese Adamo Centurione. I benedettini abbandonano il sito alla fine del XVII secolo, riservandosi la cura delle anime, che viene meno con la soppressione del loro monastero ligure nel 1810. Dal XIX secolo ad oggi la chiesa ha mantenuto una funzione parrocchiale retta dal clero diocesano.

Architettura

L'abbazia sorge all'interno di una cascina, lambita oggi dall'autostrada Milano - Genova.
Viene edificata dal 1180-81 fino alla metà del XIII secolo.
La chiesa è orientata, a croce latina.
Sono disposte due cappelle per ogni lato del transetto, a terminazione rettilinea, con copertura a botte archiacuta. L'abside principale, sempre a terminazione rettilinea, è coperta da volte a crociera costolonate. La torre nolare, a sezione quadrata, è impostata sulla campata d'incrocio tra nave e transetto e risale ai secoli XV-XVI. Le navate sono costruite con il sistema alternato, i pilastri sono differenti l'uno dall'altro, con sezioni circolari, rettangolari oppure poligonali, reggono archi trasversali a sesto acuto su cui sono impostate volte a crociera costolonate, quadrate.
Esistono tre sole campate, a causa della demolizione della quarta alla metà del XVII secolo, durante la costruzione del Palazzo Airoli, edificio nobiliare sorto sulla destra della chiesa, sull'antica ala dei conversi. La facciata ha di conseguenza un aspetto di provvisorietà, senza mostrare una reale intenzione progettuale.
All'interno affreschi compresi tra il XV e l'inizio del XVI secolo, alcuni dei quali riconducibili al pittore locale Franceschino Boxilio. Molto interessanti quelli dipinti sui pilastri.
La leggibilità del chiostro è stata compromessa nel XVII secolo, con la costruzione del Palazzo Airoli.
Conserva in parte l'aspetto medievale l'ala est, nella quale il porticato è stato chiuso nel XVI secolo, mentre la sala dei monaci è stata suddivisa in una serie di stanze con volta a padiglione lunettata.
Notevole la sala capitolare, quadrata, con quattro pilastri che reggono volte a crociera costolonate, capitelli a baccello, e due belle trifore che oggi si affacciano sul corridoio. Il pavimento della sala è ribassato.
Vari interventi di ripristino sono effettuati sullo scorcio del XIX secolo alle coperture; l'abbazia vede interventi integrali di restauro negli anni 1942-1943, e poi ancora nel 1998-2004, quando venne restaurata la sala capitolare e la parte rimanente dell'antico monastero.

 

 

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INFORMAZIONI TURISTICHE:   L'abbazia è raggiungibile solamente in automobile, percorrendo la strada statale 211 della Lomellina.
Aperta la domenica pomeriggio, da aprile ad ottobre, dalle 15,30 alle 18,30.
Telefono:   0131 817150 -  335 5424897
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